Sistema moda by Nello Barile

Sistema moda by Nello Barile

autore:Nello Barile [Barile, Nello]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Egea
pubblicato: 2016-02-17T23:00:00+00:00


5 Un nodo da sciogliere. Storia sociale della cravatta tra potere, feticismo e comunicazione

Se la moda può essere intesa come un linguaggio, anche se «a bassa semanticità», gli accessori sono mezzi di scansione metrica del senso prodotto dagli abiti, che consentono tramite la loro regolazione di generare tanto strutture stabili quanto variazioni sul tema. L’idea che abiti e accessori siano strumenti di comunicazione è piuttosto radicata nel senso comune, ma non adeguatamente esaminata dagli studiosi1. In questo capitolo proverò a trasferire su un preciso oggetto della moda alcuni modelli che hanno segnato l’epoca d’oro della ricerca sui media. Il discorso sulla «multiaccentualità» di Bachtin (Bachtin 1999) impressionò particolarmente Stuart Hall, che decise di assumerlo come punto di partenza per la sua formulazione più importante. Il modello encoding/decoding (Hall 1973) può esserci utile come metafora che spiega alcuni passaggi decisivi della storia sociale della cravatta. Nell’accessorio, difatti, si annida un potenziale simbolico che può seguire almeno le tre uscite individuate da Hall rispetto alla lettura dei messaggi televisivi: una lettura preferita, che fa leva sulla volontà di seguire un modello sociale proveniente dalle classi più prestigiose e che discende dalla piramide sociale in maniera verticale, come prevede il trickle-down effect; una lettura negoziale, che gioca sull’ambiguità semantica dei segni e, dunque, apre alla problematica dello stile; una lettura oppositiva, che nega statuto e dignità ai prodotti imposti dalla classe egemone attraverso il sistema produttivo, per proporre una visione alternativa circoscritta a determinati gruppi sociali. L’evoluzione storica della cravatta, assecondata principalmente dal primo tipo di lettura, è comunque condizionata dall’oscillazione tra il modo oppositivo e quello negoziale, che ne ha rimesso in discussione il significato sociale. Mentre la lettura preferita è il riflesso di una concezione moderna, impositiva e gerarchica, che predetermina i modi d’uso, nelle altre due letture s’intravede uno slittamento dall’egemonia della produzione a quella del consumo: dall’exemplum delle élite alla riappropriazione da parte del pubblico. A tal proposito questo capitolo si soffermerà sulle due letture non integrate, che hanno aiutato a problematizzare e, quindi, a modificare l’uso sociale della cravatta in accordo con le trasformazioni del sistema dei media, dei consumi e della moda.

La cravatta ha vissuto, nel corso della storia, un iter che va ben al di là della nascita della società industriale. Essendo, però, la sociologia una scienza che si occupa specialmente delle società moderne e industriali, tenterò in queste brevi note di esaminare la cravatta come oggetto segnaletico dell’avvento, ma soprattutto della messa in discussione, della società borghese. Agli albori, come molti sanno, essa nasce in seno alla società aristocratica e militare. Sebbene si possa parlare di oggetti simili nell’antichità, a partire dall’Egitto per arrivare all’Impero Romano, essa è un’invenzione squisitamente moderna e ci riconduce al periodo di affermazione delle grandi nazioni europee.

Cravatta viene da «Croato»: furono, infatti, delle truppe mercenarie croate al servizio di Luigi XIV a introdurre intorno al 1660 l’uso di una striscia di stoffa intorno al collo, di tessuto comune per i soldati e di mussola o seta per gli ufficiali, le cui estremità penzolavano sul petto.



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